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Da dove arriva la Propolis?

La Propolis è un prodotto che le api ottengono elaborando con enzimi e secrezioni salivari le resine raccolte su gemme e su cortecce di alcuni vegetali quali pioppi, querce, ontani, betulle, abeti, pini, ippocastani, ecc.; esse vengono prodotte con lo scopo di proteggere soprattutto gemme e germogli e hanno una composizione che varia nelle diverse stagioni e da pianta a pianta. Molti alberi secernono resina per curare le proprie lesioni, l'ape raccoglie questa resina e vi aggiunge i propri enzimi; all'uomo non resta che prendere, depurare e utilizzare la Propolis, prodotto (vegetale o animale?) in cui si cela un enorme potenziale armonizzante e terapeutico. 
La raccolta viene effettuata nelle ore più calde della giornata, quando i materiali da asportare sono più malleabili, da un numero ridotto di api bottinatrici che utilizzano gli organi di senso delle antenne per localizzare le fonti più interessanti. La resina viene asportata in piccoli frammenti con le mandibole e, con l’ausilio delle zampe del primo paio, viene accumulata nelle cestelle delle zampe posteriori fino a formare una pallottolina che solitamente è un po’ più piccola di quella di polline. L’operazione è ripetuta più volte finché tutte e due le cestelle sono cariche; a questo punto l’ape “raccoglitrice di Propolis” torna all’alveare.
A penetrare un poco il segreto del Propolis ci aiuta, per cominciare, la parola greca propolis, che significa letteralmente "davanti alla città", e quindi, metaforicamente, le sentinelle che allontanano dalla città i pericoli esterni. Il termine si riferisce dunque appropriatamente all'uso che le api fanno di questa sostanza per impedire il diffondersi di malattie all'interno dell'alveare. Poiché le epidemie infettive possono avere conseguenze disastrose sulla loro popolazione, le api, mediante la Propolis, provvedono da sole a una opportuna disinfezione preventiva.

Con La Propolis le api rivestono le arnie o le cavità in cui hanno costruito il loro alveare e ne sigillano le fessure, e inoltre riducono il foro d'entrata dell'alveare proteggendolo dalle intemperie. Con la stessa sostanza le operaie ricoprono tutti i corpi estranei penetrati all'interno dell'alveare, quali ad esempio le spoglie di una biscia o di un topo, troppo ingombranti per essere trasportate fuori dell'alveare. Rivestendo i cadaveri dei malcapitati invasori con Propolis e cera, fino a renderli simili a mummie imbalsamate, le api evitano il propagarsi di infezioni nell'arnia. Ma anche una griglia introdotta ad arte dall'apicoltore verrà accuratamente rivestita di Propolis puro (privo cioè di resti di api morte. pezzetti di legno, granelli di sabbia ed altri residui organici e inorganici).


Le componenti del Propolis possono essere identificate nelle specie vegetali visitate dalle api. Spesso le api visitano piante della famiglia delle conifere, pioppi (specie del genere Populus) e altre specie come il faggio (Fagus silvatica) e l’ippocastano (Aesculus hippocastanum), per raccogliere resina dalla corteccia e dalle gemme degli alberi.
In Europa le principali fonti di Propolis sono l’ontano (specie del genere Alnus), la betulla (specie del genere Betula), il nocciolo di bosco (specie del genere Coryllus), la quercia (specie del genere Quercus), il pioppo (specie del genere Populus) e il salice (specie del genere Salix).
Negli Stati Uniti d’America le principali specie sono il pioppo e il pino (conifere).
Le gemme del pioppo rappresentano la principale fonte di Propolis sia in Europa, che in Sud America, Asia Occidentale e Africa Settentrionale. Tra le fonti secondarie citiamo: betulla, quercia, salice e ontano.
Per le altre aree geobotaniche la situazione è la seguente:
- l’albero Acacia Karroo, in Sudafrica;
- Xanthorrhoea preissii e Xanthorrhoea australis in Australia e nella zona climatica tropicale;
- gemme e corteccia degli arbusti Plumeria acuminata, Plumeria acutifolia, Schinus terebinthifolius e Psidium guajava nelle isole del Pacifico, specialmente nelle Hawaii.
Gli studi recenti sull’origine botanica del Propolis proveniente dal continente sudamericano, e specialmente dal Brasile, hanno dimostrato la presenza di alcuni composti specifici in alcune piante come: Araucaria angustifolia, Eucalyptus globulus, Rosmarinus officinalis e le specie del genere Baccharis.


 

Bibliografia
 
Studi e ricerche scientifiche comprovanti le proprietà antivirali, antifungine, antibatteriche del Propolis


 

 

 

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